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La Portassa di Osasco

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La Portassa di Osasco

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Per gentile concessione di Stefano Cardetti - www.servizigrafici.it

Presentazione ... a mo' di editoriale

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Nel 1980 alcuni giovani osaschesi sentirono la necessità di dar vita ad un giornalino locale, dove poter parlare dei problemi del paese, che in quegli anni contava appena 800-900 abitanti. L’idea era nata da una semplice domanda: “perché non fare un giornale su cui raccontare fatti capitati in passato, o che capitano tuttora, nel nostro paese?” Fatti che sono importanti per la nostra comunità, ma che non destano alcun interesse per chi non fa parte della medesima, tanto che i giornali non gli dedicano alcuna attenzione.

A prima vista l’idea poteva sembrare un po’ bizzarra, frutto della irrequietezza giovanile. Il solito fuoco di paglia dei giovani, destinato a spegnersi in poco tempo.

Qualcuno pensò si trattasse dell’iniziativa di qualche persona che voleva “mettersi in mostra” per arrivare a conquistare una “poltrona” nell'amministrazione comunale e cercò persino di sabotare – senza successo - la nuova iniziativa, adducendo motivazioni inconsistenti che non intimorirono i promotori.

La Portassa invece, poco alla volta cominciò ad essere apprezzata in paese, tanto da indurre i promotori a proseguire nell'iniziativa, fino a raggiungere un traguardo che nessuno avrebbe mai immaginato, redattori compresi: infatti la pubblicazione durò per circa 35 anni, nel corso dei quali furono pubblicati ben 60 numeri del ciclostilato.

Gli argomenti trattati nel corso degli anni sono stati molteplici e variegati, ma uno in particolare non è quasi mai mancato in tutti i 60 numeri: la rubrica “Sotto l’ala”.

Si tratta della pubblicazione delle delibere prese nelle sedute del consiglio comunale, che una volta venivano pubblicate in un’apposita bacheca posta sotto l’Ala comunale (da qui il nome della rubrica), dove in qualsiasi momento ogni cittadino poteva liberamente consultarle. Su La Portassa naturalmente non ci si limitava a riportare le delibere redatte dal comune, spesso nel freddo linguaggio burocratico, ma veniva data una libera ed obiettiva interpretazione da chi aveva presenziato alle discussioni in consiglio.

Qualcuno si può chiedere: ma perché dare tanta importanza a questo aspetto della vita della nostra comunità?

Abbiamo sempre ritenuto che la Casa Comunale dovrebbe essere la casa di tutti, il luogo in cui tutti si sentono membri di una comunità che opera per un progetto comune, tendente alla ricerca del bene di tutti i componenti, specie dei meno fortunati.

Per questo abbiamo sempre ritenuto importante far conoscere le decisioni prese in quel luogo, decisioni che toccano comunque sempre e direttamente gli interessi dei cittadini, dalle tasse (TARI, IMU, ecc.) ai servizi (scuole, strade, servizi, ecc.).

Purtroppo va fatto rilevare che da alcuni anni il Consiglio Comunale ha perso di importanza, perché deve solo più trattare le materie indicate dalla legge, mentre una volta in quel luogo le persone delegate dalla popolazione potevano discutere di tutti i problemi e le esigenze riguardanti il paese.

Sfogliando oggi i primi numeri del giornale, stampati con ciclostili manuali – i soli esistenti a quei tempi – su carta un po’ ruvida, ci torna in mente il laborioso sistema di incisione delle matrici, dando la dimostrazione del progresso tecnologico compiuto, anche in questo settore, negli ultimi decenni.

Nello stesso tempo si può constatare che alcuni degli argomenti trattati in quei primi numeri, fanno ormai parte della storia del nostro paese e questo proprio grazie al fatto che, sia pure con vecchi ciclostili, sono stati stampati e perciò sono documenti che resteranno a disposizioni delle future generazioni.

Nel corso degli anni sono state raccolte testimonianze dirette delle condizioni di vita d’inizio del secolo scorso, delle sofferenze causate da ben due guerre nella prima metà del secolo, del fenomeno dell’emigrazione e dello spopolamento delle campagne. Si è anche riusciti a riscoprire aspetti meno eclatanti ma molto interessanti della storia della nostra piccola comunità, come ad esempio l’esistenza, all'inizio del secolo scorso, di ben due Società di Mutuo Soccorso (una Femminile e l’altra Maschile), che molto contribuirono a sollevare le sorti di quanti si trovarono in difficoltà economiche anche causa di malattie, quando l’assistenza pubblica non esisteva ancora.  

L’interesse del giornale ai problemi locali portò anche alla realizzazione di una raccolta di oggetti, attrezzi e macchinari che in tempi passati aiutavano a rendere meno gravosi alcuni lavori in campagna e nei laboratori artigianali locali. Nacque così il “Museo dell’ingegno contadino”, che ospitava pezzi unici di fine ottocento che rendevano chiaramente l’idea di quanto fosse gravoso il lavoro che donne e uomini erano costretti a fare per vivere e mantenere famiglie spesso numerose e prive di tutele sociali.

Tra le notizie pubblicate negli anni, non mancano neanche racconti divertenti, che testimoniano la semplicità di vita dei nostri avi, ma anche la loro serenità e, forse, anche la gioia di vivere.

Nel 2015, visto che le ACLI di Torino – che da sempre ci avevano permesso di uscire come “supplemento” – avevano cessato la pubblicazione della loro rivista Torino ACLI, anche noi pensammo fosse arrivato il momento di “tirare i remi in barca” e di chiudere un’esperienza che ci aveva dato molte soddisfazioni.

La morte improvvisa di Michele Tosco (avvenuta a fine 2016), uno dei maggiori e più convinti sostenitori del giornale, ci costrinse a rendere pubblica la decisione ormai inderogabile. Cosa che pubblicammo sull'ultimo numero, il 60, distribuito nella primavera del 2017.

Dopo pochi mesi però, alcuni amici osaschesi mi chiesero se non era possibile riprendere la pubblicazione, mettendo a disposizione la loro collaborazione.

Devo confessare che la richiesta fu motivo di grande sorpresa, ma anche di soddisfazione in quanto era la dimostrazione che qualcuno in paese apprezzava il nostro ciclostilato.

Intanto presi un po’ di tempo per verificare se c’era veramente l’interesse a riprendere la pubblicazione ed infine accettai la nuova sfida, chiarendo però subito di non essere in grado ad operare con i nuovi mezzi informatici, strada che essi intendevano imboccare.

Per prima cosa cercai, tra amici e conoscenti, qualcuno disposto a permetterci di uscire come “supplemento” di una loro rivista, cosa che riuscimmo a concordare con l’associazione “Pro Natura Torino”, che ci permetterà di uscire – in modo gratuito - come “supplemento” di “Obiettivo Ambiente”.

Ora stiamo ai blocchi di partenza e, come abbiamo già sempre fatto in passato, chiediamo ai nostri concittadini di collaborare per rendere sempre più interessante questo mezzo di informazione che si occuperà quasi esclusivamente di questioni di interesse locale.

Chi si fosse da poco stabilito nel nostro paese e volesse vedere quanto è stato pubblicato nei circa 35 anni di vita de La Portassa, può cercare su www.laportassa.it, mentre chi vuole mettersi in contatto può farlo chiedendo personalmente informazioni al sig. Gilli oppure inviando una mail a redazione@laportassa.it

Giuseppe Gilli

redazione@laportassa.it